animali marini

09 novembre 2013

Storia


Queste mappe concettuali vi aiuteranno a studiare
la civiltà cretese

La civiltà veniva chiamata Minoica da Minosse leggendario re dell’ isola.
I Cretesi vivevano a Creta, isola situata nel mar Egeo, punto ideale per commerciare con gli altri popoli del Mediterraneo Orientale.




                         






I Minoici di Creta utilizzarono una scrittura non ancora decifrata: il Lineare A, una scrittura cuneiforme di chiara derivazione egizia.


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MA, FERMATI A PAGINA 5





Vivendo in un’ isola non temevano invasioni e le loro città non erano protette da mura.
La città più importante era Cnosso con la reggia di Minosse, un edificio con stanze saloni, uffici, officine, prigioni, cortili interni, colonnati in cui era facile perdersi; da qui il nome “ labirinto “ .
      
VI RACCONTO IL MITO DI TESEO E DEL FILO DI ARIANNA

Nell'isola di Minosse viveva il Minotauro, orrendo mostro...Per ben tre anni, ai primi di marzo, gli Ateniesi rispettarono l'orribile patto di mandare a Creta sette giovanetti e sette giovanette, da sacrificare al Minotauro. 

Ma, all'approssimarsi della quarta scadenza, la nave che doveva trasportare i giovani e le giovani era già pronta nel porto, quando Teseo, figlio del re Egeo, sentì nascere nell'animo un irrefrenabile sentimento di ribellione e volle partire sulla nave con quei giovani per andare a Creta e uccidere il mostro. 

La nave dalle vele nere si mosse sospinta da venti favorevoli e giunse a Creta dove una gran folla li attendeva. 

Appena sbarcati, i giovani e Teseo furono portati alla reggia di Minosse e qui parteciparono a un grande banchetto, ultima gioia cui avevano diritto prima di essere sacrificati.

Durante la festa Arianna, la giovane figlia del re Minosse , colpita dalla fierezza di Teseo, volle aiutarlo e, senza che nessuno potesse accorgersene, diede a Teseo una spada avvelenata e un gomitolo di filo d'oro.

Il Minotauro viveva nel Labirinto di Cnosso, un edificio con un complesso di stanze e corridoi che si intersecavano, salivano e discendevano formando una rete così intricata e fitta di giri da non trovare modo di uscirne, una volta entrati.

L'indomani, quando iniziò ad albeggiare, Teseo e i giovani penetrarono nel Labirinto. 

Teseo con la spada in pugno era alla loro testa.

Seguendo i consigli di Arianna, legò un capo del filo all'entrata dell'edificio e, man mano che procedeva, srotolava il gomitolo che teneva ben stretto nella mano sinistra. Il filo d'oro luccicava nei corridoi silenziosi e bui. Il giovane eroe avanzava, sicuro di ritrovare senza fatica la via d'uscita.

Giunto nel mezzo del Labirinto, vide il Minotauro: un uomo con la testa e il collo di toro e con le fauci enormemente spalancate. 

Il Minotauro si lanciò subito contro di loro. Teseo agilissimo gli si accostò: la lotta fu furiosa ma alla fine l'eroe lo colpì e il Minotauro cadde al suolo ferito a morte.

I giovinetti guardarono con riconoscenza Teseo, che li portò in salvo facendoli uscire dal Labirinto, poiché guidati dal luccichio del filo di Arianna, che passo dopo passo riavvolgeva, ritrovarono l'uscita senza difficoltà. 

  
    








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